Ridefinire il concetto di violenza sessuale in una prospettiva sistemica. La recente normativa spagnola a tutela della libertà sessuale.

Anna De Giuli

Dottoranda di ricerca in Filosofia del diritto, Università degli Studi di Milano

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Di recente è stata approvata in Spagna la Ley Orgánica 10/2022, de 6 de septiembre, de garantía integral de la libertad sexual che si propone di affrontare il fenomeno della violenza sessuale secondo una prospettiva sistemica, col fine di adeguare l’ordinamento giuridico spagnolo agli obblighi assunti con la Convenzione di Istanbul. Il presente contributo intende mettere in evidenza come la legge rappresenti una risposta integrale e trasversale alla “cultura” della violenza sessuale. Nel compiere ciò, dapprima si prenderà in considerazione la nozione di violenza sessuale in essa elaborata. In secondo luogo, verranno evidenziati gli strumenti di contrasto da sviluppare nelle politiche pubbliche, riconducibili ad un’ottica sistemica. Infine, sarà dedicata una specifica attenzione alle modifiche introdotte dalla nuova redazione dell’art. 178 del Codice penale spagnolo, con particolare riguardo all’eliminazione della fattispecie di abuso sexual e alla definizione di consenso.

Recently, the Ley Orgánica 10/2022, de 6 de septiembre, de garantía integral de la libertad sexual, whose purpose is to deal with the phenomenon of sexual violence from a systemic perspective, has been passed in Spain with the aim to align the Spanish legal system with the obligations assumed with the Istanbul Convention. This essay intends to highlight how the law represents an integral and transversal response to the “culture” of sexual violence. To do so, the notion of sexual violence elaborated on the law will be examined. Secondly, a focus will be put on the contrast tools that should be developed in public policies, which are derived from a systemic point of view. Lastly, special attention will be directed to the modifications introduced in the new drafting of the art. 178 of the Spanish Penal Code, from the elimination of the case of abuso sexual to the definition of consent.

Sommario

1. Introduzione. – 2. La “violenza sessuale” come forma di discriminazione. – 3. Per una risposta integrale alla violenza sessuale. – 3.1. Politiche pubbliche e prospettiva sistemica alla violenza: quali strumenti di contrasto alla violenza? – 4. Su (alcune) modifiche al Codice penale spagnolo. – 4.1. Gli abusi sessuali come forme di violenza sessuale. – 4.2. Quale modello di consenso per l’ordinamento giuridico spagnolo?


Pandemia e violenza di genere

Luciana Goisis

Professoressa associata di Diritto penale, Università di Sassari

(contributo pubblicato online first)

Abstract

Il saggio ripercorre i dati statistici relativi al fenomeno della violenza di genere nell’epoca pandemica, dati che segnalano una impennata della violenza nei confronti delle donne in questi anni. Il saggio si interroga sulla lettura criminologica che può essere fornita di un simile incremento statistico, analizzando anche la recente legislazione penale di contrasto alla violenza di genere per saggiarne l’effettività in relazione al contenimento di tale fenomeno.

The essay retraces statistical data on gender violence in the pandemic era, data which signals a great increase of violence against women in those years. The essay questions about the criminological lecture that can be made with reference to similar statistical increase, analyzing also the recent penal legislation on the contrast to gender violence in order to detect its effectiveness in relation to the containment of this phenomenon.

Sommario

1. Il fenomeno in cifre. – 2. La lettura criminologica. – 3. La legislazione penale recente: effettiva?

Riflessioni in tema di violenza sulle donne migranti: un caso emblematico

Alessia Valongo

Professoressa associata di Diritto privato, Università di Perugia

(Contributo pubblicato online first)

Abstract

Il lavoro, di stampo interdisciplinare, prende spunto dalla critica di un recente provvedimento del Pubblico ministero di Perugia, che ha disposto l’archiviazione di una denuncia per maltrattamenti familiari esposta da una donna di origine marocchina. La donna era costretta dal marito a subire numerose imposizioni, tra le quali l’obbligo di indossare il velo islamico. Secondo il sostituto procuratore, l’imposizione del velo non integra, di per sé, gli estremi del reato, rientrando nel quadro culturale dei soggetti interessati dalla vicenda. Dopo aver richiamato la recente evoluzione della giurisprudenza penale in funzione protettiva delle vittime di violenza familiare, il commento della richiesta di archiviazione, successivamente revocata dal capo della Procura, è l’occasione per svolgere riflessioni sulle interconnessioni fra la tradizione del velo islamico e il tema della lesione dei diritti fondamentali delle donne musulmane. L’analisi dimostra che l’usanza del velo non è un emblema della sottomissione femminile, ma una manifestazione della propria identità religiosa, culturale e politica, che, tuttavia, va ritenuta meritevole di approvazione nei limiti in cui non sia utilizzata come strumento di violazione di «principi universali» e, nella specie, come mezzo di violenza verso il genere femminile.

The paper criticizes a recent decision issued by the Public Prosecutor of Perugia, which rejected an accusation of domestic violence made by a Muslim woman. The woman, of Moroccan origin, was forced by her husband to many impositions and, in particular, she was obliged to wear the Islamic veil. According to the prosecutor, the imposition of the veil is not a crime, but an expression of the Islamic cultural background. This paper focuses on the meaning of the Muslim veil, analysing its impact on the protection of the fundamental rights of Muslim women who are particularly vulnerable persons. The article shows that the Islamic veil is not an emblem of female submission, but a sign of women’s freedom, an expression of their own religious, cultural and political identity. However, this tradition is worthy of approval provided that it is not used as an instrument of violation of “universal principles” and, in particular, as a means of coercion towards the female gender.

Sommario

1. La vicenda: la sottostima dei fatti da parte del Pubblico ministero. – 2. La recente evoluzione della giurisprudenza penale in funzione protettiva delle vittime di violenza familiare. – 3. La critica all’ordinanza di archiviazione tra diritto, religione e tradizioni del Marocco. – 4. Pluralismo sociale, principio di differenziazione e libertà delle donne musulmane di indossare il velo islamico. – 5. La coesistenza e la pari dignità tra culture diverse non giustifica fatti di violenza di genere. – 6. Considerazioni conclusive: l’importanza dei rimedi civilistici e la centralità della soluzione socio-culturale-educativa