Sarah Grieco
Assegnista di ricerca presso la Scuola Superiore Meridionale di Napoli
(Contributo pubblicato online first)
Abstract
Esiste un bilanciamento costante tra il rafforzamento dei diritti dell’imputato e quelli della persona offesa. Quando, quest’ultima, presenta caratteristiche personali, tali da renderla particolarmente esposta alla “forza della giurisdizione”, il nostro sistema mette in atto misure processuali di protezione che, a prima vista, sembrano indebolire le garanzie del giusto processo a tutela dell’accusato. I trattamenti differenziati rivolti ai soggetti vulnerabili, approntati dal codice di rito, sono il frutto, per la maggior parte, della tensione normativa sovranazionale verso la tutela della vittima, segnatamente dalle indicazioni cogenti della Direttiva 2012/29/UE, meglio nota come direttiva vittime, così come recepita dal d.lgs. n. 212/2015. La recente proposta di revisione della direttiva ha imposto alcune riflessioni preliminari sulla centralità dell’individuazione dei fattori di vulnerabilità, con un’attenzione particolare all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Il contributo si sofferma, poi, sul campionario di strumenti di protezione e sulle ragioni per cui il meccanismo congeniato fatica a realizzare, pienamente, gli obiettivi espressi. L’ultima parte, infine, si interroga su come la nuova disciplina di documentazione della prova dichiarativa, così come delineata dalla riforma Cartabia, possa fungere da “fattore di compensazione” rispetto ai rischi di unfair trial a cui un’eccessiva contrazione del contraddittorio può condurre.
There is a constant balance between the accused rights’ strengthening and offended person ones. When this latter has personal characteristics that make it particularly exposed to “the force of jurisdiction”, our system implements procedural protection measures which seem to weaken the fair trial guarantees for the accused protection, at first sight. The different treatments of vulnerable persons, provided by the Code of Criminal Procedure, is largely the result of protecting victims supranational legislation, in particular the mandatory provisions of Directive 2012/29/EU, called the victims directive, as well as transposed by Lda. n. 212/2015. The recent proposal for the directive revision imposed some preliminary reflections on the centrality of identifying vulnerability factors, focusing on sexual orientation and gender identity. The paper explores the sample of protective instruments and why the mechanism is struggling to achieve fully the objectives expressed. The last part, finally, questions how the new discipline of testimony documentation, of the Cartabia reform, can depict a “compensation factor” of the unfair trial risks which an excessive contraction of the adversarial process may lead to.
Sommario
1. Vulnerabilità, procedimento penale e trattamenti diversificati. – 1.1. La proposta di revisione della cd. direttiva vittime e l’esigenza di individuazione dei vulnerabili per orientamento sessuale ed identità di genere. – 2. L’escussione del dichiarante vulnerabile. – 2.1. La progressiva “liberalizzazione” dell’incidente probatorio e gli altri strumenti processuali di protezione della vulnerabilità. – 3. Gli ostacoli alla rapida fuoriuscita del dichiarante dal circuito processuale. – 4. I rischi di unfair trial: tra “modelli partecipativi” e “fattori di compensazione. – 4.1 I parametri necessari alla decisione di attivazione del “doppio binario” della prova dichiarativa. – 5. La “documentazione rafforzata” della prova dichiarativa come nuova misura di compensazione. – 6. Brevi considerazioni conclusive.